Abilitazione all’insegnamento all’estero: tabelle di valutazione MIUR

Abilitazione all’insegnamento all’estero: tabelle di valutazione MIUR

Quella che pare essere una sorpresa, in realtà è una notizia che gratifica coloro che hanno deciso di intraprendere e sostenere il percorso di abilitazione all’insegnamento all’estero.

Arriva direttamente dal MIUR, che attraverso le nuove tabelle di valutazione dei titoli, ha dimostrato di concedere lo stesso trattamento agli abilitati in paesi esteri, ovvero pari a coloro che invece scelgono di abilitarsi in Italia con step rivisti, riesaminati più e più volte e talvolta appesantiti con inevitabili conseguenze sull’umore e sulle speranze di quanti ambiscono a sedere in cattedra. In realtà tale deliberazione  viene dettata proprio dall’Unione Europea: il Ministero è chiamato ad adeguare la tabella di valutazione al fine di evitare  procedure d’infrazione, o conseguentemente delle sanzioni, da parte dell’Unione Europea.

 

Ricordiamo infatti che attualmente e con adesione considerevole da parte dell’utenza, è  possibile seguire all’Estero corsi specifici che permettono di ottenere l’abilitazione all’insegnamento ed anche la specializzazione sul sostegno. Ciò spinge tantissimi aspiranti docenti a tentare tale possibilità, sempre più spesso motivati dal desiderio di conseguire un titolo in realtà e con iter caratterizzati da snellezza burocratica ma di medesima caratura in fatto di preparazione e formazione didattica pedagogica.

Sostanzialmente, per capirne di più, è sufficiente analizzare quanto viene attestato con l’importantissima ed attesissima nuova tabella di valutazione titoli allegata al DM 374 del 1° giugno scorso che riapre le graduatorie di istituto. Quindi i titoli conseguiti all’Estero sono equiparati a quelli conseguiti secondo i percorsi di abilitazione italiani ( Sis, Pas, Tfa) e prevedono il medesimo punteggio.

Nel dettaglio tecnico, alle abilitazioni conseguite all’estero viene assegnato un punteggio pari a:

8 punti: se il titolo manca di un giudizio finale;
4 punti: se il punteggio è inferiore a 60;
5 punti: se il punteggio è compreso tra 60 e 65;
6 punti: se il punteggio è compreso tra 66 e 70;
7 punti: se il punteggio è compreso tra 71 e 75;
8 punti: se il punteggio è compreso tra 76 e 80;
9 punti: se il punteggio è compreso tra 81 e 85;
10 punti: se il punteggio è compreso tra 86 e 90;
11 punti: se il punteggio è compreso tra 91 e 95;
12 punti: se il punteggio è compreso tra 96 e 100.
Gli stessi punteggi sono assegnati per i corsi di abilitazione sostenuti in Italia. Per entrambi poi è prevista una maggiorazione pari a:            S.I.S.S.- 54 punti;                                                TFA- 66 punti;                                                  Laurea in Scienze della formazione primaria (per i docenti della scuola dell’infanzia e primaria)- 72 punti.

Abilitazioni estere: il punteggio assegnato varia a seconda del titolo con il quale sia stato omologato dal MIUR. Ad esempio, se l’abilitazione estera è stata riconosciuta analoga al TFA, il docente otterrà un punteggio pari a 66 punti.

http://www.istruzione.it/graduatoriedistituto/allegati/dm374_17.zip

Un successo ed il riconoscimento di impegno e sacrificio profuso nello studio per quanti hanno scelto un iter di formazione diverso e hanno investito su una realtà di specializzazione di altissimo livello ma che evidenzia la possibilità di abilitarsi con una soluzione più rapida e all’avanguardia. Un diritto che rivoluziona alcune metodologie e tenta di chiudere a pregiudizi pesanti ed opprimenti.

Il conseguimento dell’abilitazione all’Estero viene regolarmente riconosciuto in Italia con l’omologazione del titolo conseguito e vede sempre un numero crescente di candidati attraversare fasi di specializzazione più esili rispetto a quelle previste nel nostro Paese con un notevole alleggerimento di sforzi senza tuttavia intaccare la necessità di una irrinunciabile, adeguata, e ricercata preparazione nel settore in questione con una vasta possibilità di scelta multidisciplinare. Inoltre a fare la differenza anche la possibilità di confrontarsi con culture internazionali e avviare una fase di crescita in contesti nuovi.

È opportuno sottolineare  che con la recente introduzione del Fit, tirocinio formativo triennale, diventare insegnante in Italia diventa attualmente ancora più complesso e gli aspiranti docenti trovano ulteriori difficoltà per ottenere il titolo post universitario tendendo in maniera incisiva verso il precariato lungo. Il Fit prevede valutazioni in itinere e finali delle competenze e delle attitudini professionali degli aspiranti docenti. Non consegna più la cosiddetta “abilitazione” e per giungere al ruolo ci saranno dei passaggi graduali articolati in un percorso di tirocinio. Il primo concorso è previsto per il 2018, poi partirà la formazione triennale.

Rivolgersi ad istituti universitari all’estero significa optare per una strada conveniente e caratterizzata da step decisamente più agevoli che concedono un risultato immediato e a tutti gli effetti riconosciuto.

Come ottenere il riconoscimento del titolo di abilitazione conseguito all’estero: Concluso il percorso abilitante, per lo studente è necessario avviare le richieste per il riconoscimento in Italia per esercitare finalmente la professione ed entrare nelle graduatorie. Le modalità non sono assolutamente complesse.     Al Miur, Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e l’Autonomia Scolastica, va chiesta la ratifica dell’abilitazione all’insegnamento all’estero. Il riconoscimento può riguardare titoli conseguiti nei Paesi dell’Unione Europea o in Paesi non comunitari. La richiesta può essere inoltrata, secondo la direttiva 2005/36/CE, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 206 del 6 novembre 2007, per i seguenti ruoli:

  • docente di scuola dell’infanzia;
  • docente di scuola primaria;
  • docente di scuola secondaria di primo grado;
  • docente di scuola secondaria superiore.

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